Fare Verde sulla riconversione della centrale elettrica
“Noi siamo per l’idrogeno, ma in attesa dell’aumento della produzione di questo combustibile, proponiamo la riconversione a gas, con l’implemento di energia solare ed eolica a complemento energetico.”
In questi ultimi mesi, la situazione della centrale di Civitavecchia è tornata alla ribalta nazionale. Con la scusa del progetto ENEL per la transizione carbone-metano come fonte di alimentazione, tantissime associazioni ambientaliste si sono sentite in dovere di proporre l’idrogeno come combustibile alternativo.
Noi di Fare Verde, questa estate, con uno studio specifico su questa centrale realizzato dal dott.ing. Daniele Mioni , non ci siamo opposti alla transizione verso il gas naturale, ma l’abbiamo auspicata come segnale di passaggio a fonti sempre meno inquinanti.
Questo non significa che Fare Verde non veda di buon occhio l’Idrogeno, al contrario, se avessimo una bacchetta magica trasformeremmo tutta la produzione energetica del modo in energia pulita, ma sappiamo che al momento, questo non è fattibile.
L’idrogeno, infatti, presenta problemi che vanno dall’approvvigionamento dovuto alla produzione italiana troppo bassa, al trasporto, fino alla sicurezza dello stoccaggio che a oggi è contenibile solo in “bombole” altamente pressurizzate.
Quella di Civitavecchia, poi, è una centrale di 1980 MW di potenza installata; che fornisce il 4,5% della produzione elettrica italiana; che brucia un carico di carbone equivalente a 80 TIR ogni ora. Con la bassa produzione di idrogeno attuale, diventa difficile convertirla in tempi brevi.
Abbiamo sentito anche proposte di sostituzione con eolico o solare. Siamo favorevolissimi, ma si avrebbe un consumo di suolo immenso solo per arrivare a eguagliare l’attuale potenza della centrale. Infine, chiudiamo con il tempo di conversione. La facciamo facile: per cambiare l’impianto di un’automobile da benzina a Gas ci vogliono poche modifiche, si installa un nuovo serbatoio, quello a gas, qualche accortezza sul motore e nel giro di una settimana si ha il via libera per la circolazione. Cambiarla ad Idrogeno significherebbe il cambio totale motore, del serbatoio, di tutti i tubi collegati al sistema di alimentazione ed un sistema totalmente nuovo di gestione del carburante. Riusciremmo a tornare in strada dopo una settimana? Forse converrebbe costruire l’autovettura da zero.
La stessa identica cosa vale per la centrale a carbone. Lo stop di una centrale del genere che impatto avrebbe per la nostra economia energetica? Dove andremmo a produrre/comprare l’energia mancante? Quanto ci costerebbe?
Non siamo folli a volere il metano, abbiamo semplicemente il polso della situazione e sappiamo che inquinare meno è meglio di far chiudere la centrale, con tutte le conseguenze economiche, sociali e produttive che ne conseguiranno.
Noi proponiamo la riconversione a gas, con l’implemento di energia solare ed eolica a complemento energetico, nell’attesa che le tecnologie sull’idrogeno si sviluppino ulteriormente abbassando il loro costo sul mercato e aumentando la loro sicurezza d’applicazione.
In questo momento chiediamo a tutti di usare il buonsenso, poiché il rischio concreto è che tutte queste polemiche sterili non portino ad alcuna riconversione della centrale, che resterà a carbone fino al 2030, anno della definitiva decarbonizzazione riportata nel documento del MISE anno 2019.