Alla piaga degli incendi boschivi, Fare Verde oppone dal 1989 la sua operazione storica: i campi estivi di volontariato antincendio.

Nei campi estivi antincendio si va soprattutto per intervenire direttamente sul fuoco. A diretto contatto con il peggior metodo di distruzione del nostro patrimonio forestale, in prima linea, senza proclami, senza invocare Candair od offrire taglie sui piromani a mezzo stampa ma sul terreno, nelle zone più a rischio incendi: Sicilia, Campania, Lazio, Puglia, … ed anche all’estero, in Kosovo.

Nel Lazio, Fare Verde, dal 1992 al 2001, ha tenuto a Formia, sui Monti Aurunci, nel mese di agosto, un campo antincendio che è stato un vero presidio a tutela di oltre 6000 ettari di terreno collinare di macchia mediterranea e lecceta. Questa parte della provincia di Latina è quella più colpita dal fenomeno incendi di tutto il Lazio. Dal 2002 al 2006 il campo base è stato allestito a Gaeta, mail territorio preso sotto tutela è stato più o meno lo stesso.

Con la nuova organizzazione del servizio antincendio nel Lazio, per fortuna l’impegno dei volontari di Fare Verde si è reso meno importante. Per questo, dal 2007 abbiamo deciso di spostare il campo in un territorio dove c’è maggiormente bisogno: il Parco dell’Alta Murgia.

Perché partecipare a un campo antincendio?
La rinnovazione del pascolo per ovini e bestiame, la pulizia ‘rapida ed economica’ dalle sterpaglie di terreni incolti sono le principali motivazioni di chi appicca gli incendi ma, tra queste, anche l’attacco al Parco dell’Alta Murgia che “disturba” le mire di qualcuno poco avvezzo a considerare la tutela di un patrimonio ambientale ricchissimo, un valore più importante del proprio interesse.

Finalità principale di questi campi è dunque quella di costituire una presenza fissa di volontari nel territorio minacciato che funzioni non solo da deterrente, ma consenta anche di intervenire in tempi estremamente brevi dall’insorgere del focolaio, quando esso percorre i terreni stepposi o cespugliosi, impedendo, riducendo o frazionando il fronte d’impatto con i complessi boscati.

I volontari svolgono non solo un servizio a tutela dell’ambiente ma anche verso se stessi, entrando in contatto con una realtà ambientale che può essere intatta, ma più spesso è degradata o assediata dall’intervento distruttivo dell’uomo.