Asili nido a emissioni 0

A GESUALDO (AV), UN ESEMPIO DI EDILIZIA DEL FUTURO.

Dispersioni di calore ridotte al minimo, tecnologie innovative, materiali naturali, zero emissioni, 100% energia rinnovabile, indipendenza energetica, a Gesualdo (Avellino), l’ultimo progetto promosso da Fare Verde per l’efficienza energetica ha concentrato in un solo edificio tutte le caratteristiche che dovrebbe avere l’unica edilizia ancora oggi possibile: quella che invece di consumare nuovo suolo, ripara le “falle” energetiche delle costruzioni esistenti. Iniziando da subito a riqualificare energeticamente case, scuole, uffici, ci sarebbe da lavorare per decenni e i costi delle opere sarebbero pagati dai risparmi in bolletta.

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Per Fare Verde non basta dire “no” a nucleare, trivelle, inceneritori. Per essere credibili e incisivi, bisogna dimostrare che c’è una alternativa praticabile, conveniente, innovativa. Per questo, negli ultimi 10 anni la nostra associazione ha deciso di promuovere progetti che dimostrassero concretamente come è possibile, con tecnologie già ampiamente disponibili, raggiungere una piena indipendenza energetica dalle fonti fossili importate dall’estero. Più che sulla produzione, si è concentrata sull’uso dell’energia perché solo eliminando sprechi e inefficienze le fonti rinnovabili diventano sufficienti e convenienti. A Roma ha elaborato uno studio sui 25.000 semafori della Capitale ottenendo che fossero gradualmente sostituiti con impianti a LED capaci di ridurre del 90% i consumi e i costi in bolletta. A Cave e a Fiumicino, in provincia di Roma, ha promosso tre interventi di efficienza energetica su altrettanti edifici scolastici agendo su illuminazione, finestre, caldaie per eliminare sprechi e inefficienze. A Pec/Peja, ha realizzato in una scuola tecnico-professionale il primo impianto di illuminazione a LED “indoor” del Kosovo alimentato con un impianto fotovoltaico ad isola che ha reso completamente autosufficiente l’edificio.
Dopo Roma, Cave, Fiumicino e Pec/Peja, arriva il progetto forse più importante e completo che Fare Verde ha promosso fino ad oggi nel campo dell’efficienza energetica. A Gesualdo, in provincia di Avellino, è stato realizzato un intervento di riqualificazione energetica dell’asilo nido di proprietà del Comune che rappresenta un vero e proprio esempio di edilizia del futuro. L’edificio è tra i pochissimi in Italia ad essere in grado di produrre più energia di quanta ne produce.

Un progetto da primi posti in classifica.
Il progetto si è classificato al 9° posto in una graduatoria di 452 comuni ed è stato finanziato al 100% con fondi del Programma Operativo Interregionale per l’Energia 2007-2013. Il bando era gestito dal Ministero dell’Ambiente e co-finanziato al 75% dall’Unione Europea. Ad essere finanziati sono stati 37 comuni e, a confermare ulteriormente la bontà del progetto, l’intero importo ammesso a finanziamento è stato confermato anche dopo che il Ministero dell’Ambiente ha rimodulato i finanziamenti riducendoli al 75% per alcuni Comuni.
Il costo delle opere a base d’asta è stato di 473.955,00 euro mentre il finanziamento ammontava a 688.032,56 euro.
Sprechi ridotti al minimo.
Con i fondi a disposizione è stato possibile ristrutturare completamente l’edificio portandolo dalla precedente classe energetica “G”, la peggiore possibile, alla classe “A”, la migliore raggiungibile, corrispondente ai minori consumi che è possibile ottenere.
Poiché l’involucro edilizio, composto da tetto, pareti esterne, finestre e solaio verso terra, è generalmente responsabile del 70% delle dispersioni di calore, prima di ogni cosa si è agito su questi elementi costruttivi.
Le pareti esterne sono state avvolte in un “cappotto” spesso 12 centimetri di sughero autocollato, cioè senza collanti chimici, 100% naturale e riciclabile, traspirante, imputrescibile e impermeabile. Sul sughero è stato applicato uno speciale intonaco termico che aumenta ulteriormente il potere isolante dei muri esterni.
Alle finestre sono stati montati vetri “basso emissivi”, cioè dotati di una pellicola di ossidi metallici capace di trattenere all’interno il calore del riscaldamento riducendo le dispersioni verso l’esterno. Sul tetto è stato aggiunto all’isolamento esistente un ulteriore strato di lana di vetro spesso 10 cm e lastre metalliche fissate a travetti in legno, anch’esse dotate di uno strato di isolante.
Per ridurre l’ulteriore 20% di dispersione del calore dovuta ai ricambi d’aria e garantire, allo stesso tempo, la salubrità degli ambienti, è stato installato un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. Questo impianto aspira continuamente l’aria viziata dalle aule e dagli ambienti interni sostituendola con aria “nuova” immessa dall’esterno. I flussi d’aria passano attraverso uno “scambiatore” che trasferisce il calore dell’aria esausta in uscita più calda a quella in entrata più fredda, riscaldandola. In questo modo, l’impianto di riscaldamento ha bisogno di meno energia per mantenere temperature confortevoli all’interno dell’edificio. Inoltre, l’aria è più salubre poiché i ricambi d’aria effettuati aprendo le finestre sono occasionali mentre quelli ottenuti con la ventilazione sono continui: un aspetto non secondario per ambienti frequentati da bambini.
Infine, poiché costruzioni con forme più compatte disperdono meno calore, in fase di cantiere è stata corretta la forma dell’edificio. Durante i lavori la forma della scuola è stata leggermente cambiata per correggere i punti dove si disperdeva più energia.
L’insieme di questi interventi sull’involucro edilizio ha consentito di ridurre di circa l’80% il fabbisogno energetico dell’edificio e ha reso più agevole il compito di coprirlo interamente con fonti rinnovabili.

Impianti per l’indipendenza energetica e per ridurre a zero le emissioni.
Alla completa eliminazione dei combustibili fossili ha contribuito anche un’impiantistica estremamente innovativa. I vecchi “termosifoni” sono stati sostituiti con un pavimento radiante costituito da una serpentina posta sotto tutta la pavimentazione interna che garantisce un maggior comfort grazie al calore uniforme e costante in tutto l’ambiente. La temperatura dell’acqua che ora circola nell’impianto è molto più bassa di quella che circolava nei tradizionali radiatori a muro: normalmente, nei caloriferi circola acqua con una temperatura compresa tra i 60 e i 75 gradi mentre nei riscaldamenti a pavimento la temperatura dell’acqua è tra i 30 e 35 gradi. La più bassa temperatura di esercizio dell’acqua ha permesso di sostituire la vecchia caldaia a gas con una più efficiente pompa di calore di ultima generazione collegata a sei sonde geotermiche. Le pompe di calore rappresentano la tecnologia più innovativa per moltiplicare il rendimento dell’energia: generalmente, con 1 kW di elettricità permettono di ottenere circa 3 kW di calore riducendo di due terzi i costi di riscaldamento. Nel caso dell’asilo nido di Gesualdo, grazie alla geotermia, si riescono ad ottenere 5 kW di calore con 1 kW di elettricità: il calore estratto dal terreno con le sonde permette di ridurre lo sforzo della pompa per portare il liquido alla temperatura desiderata, aumentandone notevolmente il rendimento. L’impianto, oltre ad alimentare il riscaldamento, produce anche l’acqua calda sanitaria per i servizi igienici.
In estate l’impianto inverte il suo funzionamento: le sonde geotermiche estraggono fresco invece che calore dal terreno e nell’impianto a pavimento circola acqua fredda invece che calda, per raffrescare gli ambienti. Questa funzione è particolarmente importante per tenere in equilibrio il terreno ed evitare un suo eccessivo sfruttamento. Se continuassimo, come facciamo d’inverno, solo a immettere freddo nel terreno e estrarre calore, rischieremmo di sfruttarlo troppo riducendo, alla lunga, il suo potenziale geotermico. Immettendo calore e estraendo freddo nei mesi estivi contribuiamo a “ricaricare” il terreno in vista dei mesi invernali.
L’elettricità necessaria per far funzionare la pompa di calore e l’intero impianto di riscaldamento e raffrescamento è interamente fornita da un impianto fotovoltaico installato sul tetto dell’edificio. È importante sottolineare come l’edificio ora viene riscaldato senza neanche una canna fumaria. Calore dal terreno e elettricità dal sole hanno permesso di eliminare qualsiasi combustione di gas, pellet, legna o altri combustibili ottenendo un edificio a “emissioni zero”.
L’attenzione per la massima efficienza energetica possibile è stata estesa anche all’impianto di illuminazione: le nuove plafoniere a LED garantiscono un flusso luminoso di 500 lux rispetto ai 300 lux richiesti dalla normativa con un consumo ridotto di circa il 60% rispetto all’impianto di illuminazione precedente.

Un edificio che produce più energia di quanta ne consuma.
L’impianto fotovoltaico è stato proposto in fase di gara come miglioria dall’impresa che ha eseguito i lavori e risulta, con i suoi 20 kW di picco, estremamente superiore al fabbisogno energetico, ridotto all’osso, dell’edificio. Così, pur alimentando tutte le utenze elettriche dell’edificio, l’Amministrazione Comunale è passata dal pagare le bollette energetiche alla produzione di energia in surplus mentre i costi energetici sono stati azzerati.
Tenendo conto dell’ubicazione dell’impianto fotovoltaico, è stata stimata una produzione di circa 30.000 kWh all’anno di elettricità, con una media di circa 82 kWh al giorno. Allo stesso tempo, tenendo conto di un utilizzo di circa 8 ore al giorno, per tutte le utenze elettriche dell’edificio, ad esclusione delle apparecchiature di cucina, è stato stimato un consumo di circa 3 kWh all’ora e 24 kWh al giorno. Ciò significa che in un giorno medio di utilizzo dell’edificio si ha, dopo l’integrale copertura dei consumi, un surplus di elettricità prodotta da fonti rinnovabili pari a circa 58 kWh.
Il surplus di energia prodotta rispetto ai consumi è ancora maggiore su base annua se si considerano i giorni di chiusura dell’asilo nido – ludoteca per ferie e festività. Nei giorni di chiusura la quasi totalità dei circa 82 kWh prodotti al giorno verranno immessi in rete.

Verifica e monitoraggio delle prestazioni energetiche.
Le prestazioni energetiche dell’edificio sono state controllate con apparecchiature elettroniche specifiche per gli audit energetici: termocamera, termoigrometri digitali, amperometri, luxmetro, blower door test.
L’indagine termografica ha permesso di controllare la corretta posa in opera dell’isolamento a cappotto verificando l’assenza di punti o aree di dispersione del calore a causa di eventuali problemi costruttivi. Termoigrometri digitali hanno permesso di misurare le prestazioni termiche dell’edificio parametrandole alle temperature esterne e un amperometro collegato al quadro elettrico ha consentito di misurare i consumi elettrici in condizioni ottimali di temperatura e umidità all’interno delle aule. Oltre che dal punto di vista dei consumi, le prestazioni del nuovo impianto di illuminazione a LED sono state misurate anche con un luxmetro digitale, verificando il pieno rispetto delle normative per quanto riguarda la quantità di luce emessa dalle lampade.
Infine, il “blower door test” ha permesso di verificare la tenuta all’aria e la presenza di spifferi nell’edificio. Per eseguire il test, è stato incassato un ventilatore in un telaio applicato ad una porta (da cui il nome in inglese “Blower”, Ventilatore – “Door”, porta – “Test”). La velocità di rotazione del ventilatore è stata regolata in modo da generare una differenza di pressione tra l’interno e l’esterno. Questa operazione ha generato un flusso d’aria che ha compensato le “perdite” di differenza di pressione dovute a infiltrazioni o “spifferi” che passavano da finestre, porte, cassette elettriche. La differenza di pressione ha evidenziato i punti critici dove vi era un passaggio dell’aria rilevabile col fumo di gas tracciante, la termografia e anemometri. Questo test, purtroppo ancora poco diffuso, ha permesso di individuare e risolvere anche i più piccoli problemi in cantiere allo scopo di ottenere un edificio impermeabile alle pur minime dispersioni di calore.
I dati rilevati e le stime effettuate sui consumi e sulla produzione di energia verranno verificati nel corso del primo anno di funzionamento dell’edificio per controllare la corrispondenza tra consumi effettivi e risultati attesi.

Un progetto da divulgare.
Il progetto prevedeva, come per tutti i progetti finanziati con fondi europei, una fase di divulgazione dei risultati. Oltre ad una conferenza stampa, sono stati organizzati: un incontro pubblico con la cittadinanza; la distribuzione porta a porta a tutti i nuclei familiari del comune di un opuscolo che illustra il progetto; un seminario con il personale dell’Amministrazione comunale; un seminario con il corpo docente delle scuole del territorio per metterlo in grado di realizzare percorsi di educazione ambientale sulle tematiche di clima ed energia; pannelli informativi che illustrano il progetto da installare presso gli edifici scolastici localizzati nel territorio comunale.
L’esperienza maturata nel corso dell’intervento di riqualificazione energetica dell’asilo nido di Gesualdo è a disposizione di quanti, cittadini o amministratori locali, volessero affrontare il tema della razionalizzazione dei consumi energetici di immobili sia privati che pubblici.