Il governo italiano sta lavorando a uno schema di decreto applicativo dell’art.35 dello “sblocca-Italia” che prevede 12 nuovi inceneritori di rifiuti in 10 regioni italiane.
Lo schema di Decreto sarà discusso a Roma dalla Conferenza Stato-Regioni il prossimo 9 settembre 2015.

Mobilitazione per il 9 settembre 2015

Fare Verde manifesterà a Roma 
mercoledì 9 settembre 2015 a partire dalle ore 10:00
in Piazza Montecitorio

contemporaneamente, invita gruppi locali e cittadini a organizzare nei giorni 7, 8 e 9 settembre 2015, presidi davanti alle sedi delle giunte regionali che saranno chiamate a partecipare il 9 settembre alla conferenza Stato-Regioni per diffondere l’Appello Alle Regioni Italiani “Stop Inceneritori”

Fare Verde chiede che:

  • sia ritirato il piano Inceneritori previsto dallo “Sblocca Italia” del Governo Renzi e dal Decreto attuativo all’esame della conferenza Stato-Regioni,
  • sia adottata a livello nazionale la strategia “rifiuti zero” contenuta nella Proposta Legge di Iniziativa Popolare già depositata in Parlamento da Fare Verde e una ampia rete di comitati e associazioni,
  • siano realizzati impianti per estrarre dai rifiuti indifferenziati residuali ulteriori materiali da riciclare (cosiddette “fabbriche dei materiali),
  • sia discusso il Disegno di Legge sul “vuoto a rendere” già depositato in Parlamento dal Deputato Stefano Vignaroli.

Per saperne di più, leggi e diffondi l’infografica che illustra, dati alla mano, le ragioni della contrarietà di Fare Verde alla realizzazione di nuovi inceneritori:

Cosa puoi fare

  • Partecipa alle manifestazioni e ai presidi organizzati da Fare Verde o da altre organizzazioni contro l’art.35 dello Sblocca Italia
  • invia al tuo Presidente di Regione, al tuo Assessore regionale all’ambiente o ai consiglieri regionali eletti nella tua circoscrizione l’Appello Alle Regioni Italiani “Stop Inceneritori”
  • seguici su Facebook e Instagram, condividendo i nostri post contro il piano inceneritori del Governo Renzi
  • scarica e diffondi tra i tuoi contatti e sui social network la nostra Infografica sugli inceneritori

STOP INCENERITORI – APPELLO ALLE REGIONI ITALIANE

Abbiamo almeno 6 buoni motivi tecnici per chiedere alle Regioni italiane di fermare il piano inceneritori del Governo Renzi nella conferenza Stato-Regioni del 9 settembre 2015

Lo schema di decreto è costruito in modo da valutare le “necessità di ulteriore capacità di incenerimento” nelle diverse regioni italiane. Un documento irricevibile, sotto diversi profili:

A) sul piano generale, perché presuppone che i rifiuti che ad oggi non vengono differenziati debbano essere per forza inceneriti per sottrarli alle discariche, senza prendere in considerazione nessuno dei trattatamenti tecnicamente possibili per ricavarne ulteriori materiali riciclabili. Non esiste NESSUNA Direttiva Europea che obbliga ad incenerire, nonostante il Governo citi a sproposito le Direttive Europee per giustificare la decisione scellerata di costruire nuovi inceneritori. Sfidiamo Ministro e tecnici del Governo a confrontarsi su questa affermazione.

B) nel merito tecnico, perché i calcoli del Governo sono errati allo scopo di giustificare maggiori necessità di incenerimento. Ad esempio:

  1. si assume come obiettivo massimo della raccolta differenziata il 65% e non di più, mentre in Italia abbiamo già numerosi casi di raccolte differenziate all’85% con raccolta porta a porta e una tariffa sui rifiuti calcolata in base alla quantità di rifiuti indifferenziati realmente prodotti invece che sui metri quadri dell’appartamento o il numero di componenti della famiglia!
  2. Non si tiene conto di quei Piani Regionali che già da tempo prevedono obiettivi di Raccolta Differenziata superiori al 65%, ed in certi casi (es. Veneto) marcatamente superiori: le Regioni saranno costrette a rivederli al ribasso?
  3. Non vengono minimamente considerate le azioni per la riduzione a monte dei rifiuti, obbligatorie in base alla Direttiva Europea 2008/98, art. 29. La citazione parziale delle Direttive da parte del Governo ci mette a rischio di infrazione quando invece dichiara di volerle evitare.
  4. Si assume una produzione del 65% di combustibile ottenuto da rifiuti e destinato agli inceneritori. Il dato è artificiosamente superiore rispetto alla reale disponibilità di impianti, che noi combattiamo, per trasformare i rifiuti in combustibile per gli inceneritori.
  5. Non si prevedono assolutamente tecnologie alternative, come gli impianti a freddo con recupero di materia (cosiddette “Fabbriche dei Materiali”) che non sono solo praticabili e praticati, ma che si stanno diffondendo in molte parti d’Italia
  6. Ma soprattutto, non si prendono neanche in minima considerazione i più elevati obbiettivi di recupero di materiali riciclabili attualmente in discussione a livello UE, nel corso del dibattito sulla “Economia Circolare“, e che con ogni probabilità porteranno ad un aumento degli obiettivi di recupero (70% rispetto all’attuale 50%, assunto dallo Schema di Decreto).

Qualcuno ci dovrà spiegare come uno scenario europeo di maggiore riciclaggio potrà coesistere con impianti di incenerimento costosi e “pesanti” che richiedono flussi di rifiuti da bruciare garantiti per 20-30 anni.
Lo stesso errore fu fatto negli anni ’90 dai Danesi, che tuttavia se ne sono accorti e non a caso hanno adottato una strategia nazionale di gestione dei rifiuti che prevede ora una “exit strategy” dall’incenerimento al grido di “ricicliamo di più, inceneriamo di meno”.

Le Regioni Italiane lo dicano al Ministro!