
Il 25 marzo 2025 ricorrono 20 anni da quando Paolo Colli, indimenticabile fondatore di Fare Verde, ci ha lasciati.
Il suo messaggio è più vivo che mai oggi che la crisi ecologica incalza. La comunità che attorno a lui si è formata ha, tra mille difficoltà, proseguito il suo cammino, quel cammino che Paolo ci insegnò soprattutto con l’esempio e si riassume nello slogan da lui inventato: “Dare voce a chi non vota: mari, foreste, animali e future generazioni!”.

Paolo Colli resta vivo nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuto e di coloro che si avvicinano al suo pensiero. Facendo suo il pensiero di Alex Langer, che invitava i movimenti verdi a cercare una sintesi di valori tanto di destra che di sinistra, Paolo fece in modo che Fare Verde fosse autonoma dai partiti e dai gruppi di pressione economici, riunendo intorno ad un’idea forte, da tutt’Italia, una comunità umana. E con un metodo preciso: il dono di sé, il volontariato al 100%, senza compromessi e senza padroni. Ben presto a Fare Verde si avvicinarono persone d’ogni provenienza politica e culturale accomunate dal metodo del volontariato e dalla critica al modello di sviluppo capitalistico.
Paolo univa in sé lo slancio romantico, il bisogno di darsi da un lato e la preparazione culturale e scientifica, la meditata proposta di soluzioni dall’altro. Il vero ecologista – amava ripetere – non è chi vuole tornare indietro, ma chi sa guardare al cuore dei problemi, chi sa proporre soluzioni di ampio respiro, in cui scienza, tecnica ed economia siano dalla parte della natura vivente e non dalla parte del profitto ad ogni costo. “Abbiamo dato – diceva in uno dei suoi interventi – uno slogan al nostro agire, che è dare voce a chi non vota: dagli animali agli alberi, ai mari, ma anche e soprattutto alle generazioni future”. Ecologia, dunque, come questione di civiltà: l’uomo come centro di doveri e non solo di diritti.